Non è mai facile raccogliere l’eredità lasciata da un personaggio come Franca Sozzani, direttore /simbolo di Vogue per quasi trent’anni , signora della moda italiana e non solo. Ha influito sulla moda , sul modo di pensare, di vestire e di porsi, di creare le immagini.
Ci ha accompagnato in un mondo che predilige il bello, ma dove la sostanza è fondamentale : si unisce alla cultura e allo stile. Non un mondo vuoto, ma ricco di spunti, sempre attuale a volte addirittura in anticipo non solo sulle tendenze di moda, ma sui cambiamenti della società. Vogue è stato un “giornale” bello da vedere e sfogliare, ma stupendo da leggere con contenuti interessanti sempre innovativi.
La scelta di un uomo come nuovo direttore di Vogue mi aveva lasciato perplessa, ma a (ri)pensarci bene è sicuramente la scelta migliore. Già i paragoni ci sarebbero stati, ma far competere due donne sarebbe stato sicuramente deleterio “e la rivista ne avrebbe risentito” (cit. Da Il Diavolo Veste Prada)
Dall’inizio dell’anno sono cominciati i cambiamenti e a dire il vero ne ero rimasta delusa. Vedevo una mano “maschile” e non riconoscevo più il mio mensile. Non sono nessuno per dirlo, ma essendo abbonata a Vogue da oltre vent’anni e collezionando i numeri da ogni parte del mondo forse un po’ di voce in capitolo me la sono guadagnata! Vogue non è esclusivo del mondo femminile è vero, ma qualcosa non mi quadrava…non mi riconoscevo più nella mia immagine di sognatrice e lettrice.
Poi arriva luglio ed ecco il capitolo uno del nuovo Vogue italia. Il mio postino Giuseppe non si azzarda a lasciarlo nella cassetta della posta e fa la scalinata di casa per consegnarmi l’ultimo numero di persona! Si vede subito che è diverso… anzi piacevolmente diverso!
Leggo la presentazione di Emanuele Farneti che annuncia una nuova era. Nuove storie “attuali” che tengono conto dei cambiamenti sociali ed emotivi avvenuti in seguito agli attentati e alla crisi economica che hanno creato grandi cambiamenti ed un nuovo modo di concepire le cose e la vita. Una nuova impostazione editoriale pulita, che punta meno alle immagini e più ai contenuti. Nuovi “contributors” (chissà un giorno…) , nuova carta, nuovo formato.
Lo sfoglio, lo annuso, lo leggo , anche la pubblicità è più bella… Emanuele hai fatto centro!