Il concetto di Karma mi è sempre piaciuto.
Il termine “Karma” però è spesso usato da noi occidentali con leggerezza e rivela una scarsa comprensione del suo significato più profondo. Spesso le persone parlano de karma riferendosi ad eventi più o meno fortunati della loro vita. Il termine deriva dalla parola sanscrita “Karman” , che si può essere tradotta in “azione”. Un gesto per Buddisti ed Induisti obbedisce al principio di azione e reazione infatti ogni nostro gesto produce delle conseguenze e coinvolge gli altri.
Non sto ad entrare nei articolari perchè l’argomento è decisamente vasto e non ho le competenze necessarie per approfondirlo, ma quello che volevo condividere è che mi piace l’idea che sta alla base della filosofia karmica. La constatazione che nel tempo di una sola vita siamo portati a ripetere con una frequenza impressionante gli stessi errori, sbattendo la testa contro le stesse dipendenze e pulsioni finendo irrimediabilmente a creare le stesse conseguenze. Questo accade fino a quando non ci fermiamo ed infine guariamo.
La lezione del Karma ed anche della psicologia occidentale (per questo l’adoro!) e che bisogna affrontare al più presto i problemi, altrimenti si soffrirà ( e si farà soffrire) per un tempo infinito compiendo sempre gli stessi errori attribuendoli sempre a qualcosa/qualcuno al di fuori da se stessi.
Guarire significa diventare migliori.