Non è la prima volta che vedo una sfilata di Giada Curti e sempre mi stupisce per la sua eleganza e raffinatezza, per il senso della misura misto alla capacità di osare. La riflessione e l’estro creativo. La tradizione e la modernità. Con la collezione S/S 2020, presentata il 24 gennaio al Grand Hotel St. Regis di Roma, Giada Curti ci fa immergere nelle atmosfere orientali ispirate dal film “L’amante” di Jean-Jacques Annaud, tratto dal romanzo omonimo e semi-autobiografico di Marguerite Duras. Il film parla di un amore tormentato tra una giovane donna francese e un ricco uomo cinese: un incontro tra Occidente e Oriente, uno scontro tra ragione e sentimento.
Sfilano principalmente abiti e gonne ampi e morbidi, con tessuti leggeri e dai colori tenui. Sono presenti paillettes, stampe floreali e cinture in vita, sia metalliche che in pelle. I tocchi di nero di queste cinture in pelle (e qualche altro accenno di nero nella collezione) ci ricordano la ricerca dell’equilibrio tra Ying e Yang, in linea con la filosofia orientale.
Ammetto di essermi concessa uno “spoiler” della sfilata accedendo al backstage prima del suo inizio. Ma non si poteva rinunciare a godersi l’opportunità di sbirciare qualche segreto d’artista. Ho potuto vedere da vicino la lavorazione degli abiti e mi ha colpito in particolare il magnifico tessuto della gonna che vedete qui in foto, con queste rose rosse, e questo abito dorato lungo full-paillettes (sono una grande amante delle paillettes!).
Giada è una donna, un’artista, che mostra grande impegno e passione per il suo lavoro. Sempre attenta e presente nel backstage, si è assicurata che gli abiti fossero stirati al meglio, che tutte le modelle avessero gli orecchini a posto. Tutto è stato curato nei minimi dettagli.
Michela Formicone by La Stanza di Michela
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