Palazzo Pallavicini: Ammirando Jack Vettriano

Sono stata davvero fortunata che la mostra sia stata propogata al 21 settembre altrimenti non avrei potuto ammirare dal vivo le opere di questo fantastico artista  che ci ha lasciato qualche mese fa. Un pittore tra i più amati dal pubblico italiano ed estero, La mostra è organizzata e realizzata da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci della Pallavicini s.r.l., con la collaborazione di Francesca Bogliolo.

L’esposizione proveniente direttamente dall’Artista Jack Vettriano presenta in mostra sei oli su tela, opere a tiratura limitata solo per questa mostra su carta museale e gli splendidi scatti nello studio di Jack Vettriano eseguiti da Francesco Guidicini, ritrattista ufficiale del “Sunday Times” le cui opere sono presenti alla National Portrait Gallery di Londra.

Già il Palazzo in pieno centro a Bologna, raggiungibile comodamente a piedi partendo dalla Stazione, è un incanto. Un meraviglioso portone conduce ad una scala sontuosa ed infine ad appartamenti finemente decorate. Qui le opere ti accolgono con malinconia ed una bellezza infinita.

Le donne ritratte sono magnifiche e sensuali. La luce proviene da dietro il soggetto creando dei contrasti che incantano.

Il mio Quadro preferito in assoluto è:

DAYS OF WINE AND ROSES

50.5×42.5 cm opera su carta museale – museum etching paper

“I giorni delle rose e del vino” richiama il titolo di un film del 1962, diretto da Blake Edwars, che affronta il delicato tema dell’alcolismo. In un’intervista, Vettriano ha dichiarato di aver scelto le parole del titolo per la loro musicalità, affermando che esse sottintendano anche “i giorni del paradiso e dell’inferno, gli anni migliori di una relazione, quando ci si ama molto, e quelli difficili in cui ci si annoia e si diventa cinici”. L’opera rappresenta una donna distinta, sola, seduta nella sala elegante di un ristorante, con il capo in parte celato dall’ampia falda di un cappello. Tra le dita della mano destra regge una sigaretta, davanti a lei sono appoggiati diversi bicchieri di vino rosso. La luce è soffusa. Nel vaso sul tavolo compaiono rose bianche: Vettriano ha dichiarato che avrebbe voluto dipingerle rosse, ma queste non erano in quel momento a disposizione del fiorista. Il capo reclinato regala alla figura femminile un’espressione triste, rassegnata: qualcuno l’ha forse abbandonata in quel luogo, oppure viè arrivata da sola dopo una cocente delusione. L’opera di Vettriano, cosi come il film a cui il titolo si ispira, e intrisa di struggente lirismo; essa invita a riflettere sulla fragilità umana, sull’evolversi delle relazioni, sul vuoto dell’assenza.

Sono un incanto anche le opere che ritraggono la spiaggia di Leven, località balneare scozzese nei pressi di Fife, che compare spesso tra i suoi ricordi. Il luogo, in cui Vettriano visse a partire dall’età di dieci anni, non è però solamente legato alla sua infanzia: esso svolge la funzione di ambientazione per alcune delle sue opere più famose, da Billy Boys a Dance Me to the End of Love.

Se nella pittura d’interni la soglia del possibile è rappresentata dalla presenza della finestra, nelle scene all’aperto il confine tra reale e immaginario sosta su una spiaggia assolata, in cui le ombre e i riflessi sfumano gli uni negli altri e le figure, intente in un dialogo fatto di gestualita e disguardi, sembrano muoversi spinti unicamente dal sentimento. La luce, già oggetto all’inizio del XX secolo dell’attenzione dei coloristi scozzesi -Cadell, Hunter, Peploe, Fergusson, diviene per Vettriano strumento capace di delineare la condizione umana, mettendo in risalto solitudini, complicità, quiete, introspezioni. Nel chiarore limpido e abbacinante si annida la poesia della vita, custodita nella perfezione di una disarmante semplicità: Vettriano narra storie senza finale, coglie istanti sospesi della quotidianita e traduce, con tratti incisivi, un’atmosfera che sappia permettere al mare, spettatore delle infinite vicende umane, di consegnare alla memoria immagini indelebili.


THE SINGING BUTLER

30×39 cm opera su carta museale – museum etching paper

The Singing Butler, ovvero Il maggiordomo cantante, è indubbiamente l’opera più celebre di Jack Vettriano. L’originale è stato venduto nel 2004 nel corso di un’asta raggiungendo la quotazione di 744.500 sterline (circa un milione di euro), segnando all’epoca un primato per un dipinto scozzese. A oggi, la stampa di quest’opera risulta la stampa d’arte più venduta dell’intero Regno Unito. L’opera rappresenta una coppia danzante, abbigliata con eleganza, che si muove in modo leggiadro sulla battigia in una giornata uggiosa e ventosa protetta dagli ombrelli aperti da una cameriera e da un maggiordomo. E proprio quest’ultimo a farsi protagonista della tela attraverso il suo canto: nell’immaginazione di Vettriano, il domestico intona la melodia di “Fly me to the moon”, noto brano di Frank Sinatra. La composizione è raffinata ed equilibrata: al centro spicca una figura in abito rosso, tratteggiata di spalle, scalza, emblema di libertà e felicità. La posa della donna si basa su un’immagine dell’attrice Orla Brady, che posò per una serie di scatti fotografici e studi di figura che poi vennero pubblicati sull’Illustrator’s Figure Reference Manual (1987). L’artista ha dichiarato di aver immaginato a lungo la scena prima di riprodurla; nessuno dei soggetti è rivolto verso chi osserva, quasi a voler proteggere la loro intimità e a mantenere intatto un profondo senso di mistero.

Se vi ho incuriosito ricordate che la mostra chiuderà il 21 settembre!!

Lascia un commento