Simon Cracker: Il senso del non senso… “IN TEORIA SS24”

‘Un giorno andrò a vivere in teoria, perché è in teoria che va sempre tutto bene’. Questa è la frase da cui è  partito  tutto.  Siamo  andati  in  teoria,  dove  siamo  un  brand  di  grande  successo  e  abbiamo  trovato  un sacco  di  cose  interessanti:  un  libro  che  in  teoria  è  un’enciclopedia  ma  in  realtà  non  si  può  leggere,  una bambola  che  in  teoria  avrebbe  dovuto  essere  l’concorrente  di  Barbie  ma  in  realtà  faceva  paura  alle bambine, un villaggio che in teoria è un posto grazioso e felice ma in realtà è una prigione dalla quale non si può scappare e si identificati con numeri, una musica che in teoria era il male, ma in pratica univa le persone di ogni estrazione sociale.

La  collezione  è  un  paradosso,  un  caos  felice  ma  con  un  sottotesto  inquietante,  un  patchwork  di  tessuti  che abbiamo sempre aspettato di usare perché ‘non ci piacevano’, dove le t-shirt dei primissimi rave Acid House del 1988 e lo smile (che abbiamo ridisegnato in teoria) vanno a a sbattere con le righe e i trench  per  bene  del  villaggio  de  ‘Il  prigioniero’  (la  prima  serie  televisiva  ‘mindfuck’  negli  anni  ’60),  le  stampe realizzate  con  la  tecnica  della  cianotipia  ispirate  al  ‘Codex  Seraphinianus’  fanno  a pugni  con  i  volti  inquietanti delle bambole Blythe e le Lalaloopsy che penzolano da borse ‘ad accumulo’.

QUESTA   COLLEZIONE   E’   DEDICATA   ALLA   GENTE   DELL’EMILIA   ROMAGNA,   CHE   CANTA  SPALANDO IL FANGO.

Nel nostro processo di upcycling e di capi one of kind fa per la prima volta la sua comparsa una parte di ‘merch’ che in teoria dovrebbe essere più semplice da comprendere e vendere. Vicini di treno nel viaggio che ci ha portato in teoria Iris Indrigo e Tommaso Pila, giovani studenti di moda ai  quali  abbiamo  chiesto  di  realizzare  due  abiti,  Francesca  Mitolo  di Tee-share  che  ci  ha  fornito  la  base per decine di abiti, Giovanni Mareschi di Laboratorio Riciclo Pelle che ha realizzato tre pezzi in esclusiva per la collezione, Enrica Ramilli di Da Quy per le calzature, Stellina Fabbri e Michela Crippa che ci hanno  lasciato saccheggiare il loro deadstock di bijoux e Susi Foschi, instancabile ricercatrice di materie prima da crackerizzare.        

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Questo comunicato stampa in teoria avrebbe potuto essere molto più lungo, ma anche più breve.

N.B.:   la   sequenza   delle   uscite   di   questa   sfilata   e’   stata   fatta   in   maniera  totalmente casuale      

N.B. 2: la soundtrack in teoria e’ la somma  delll’adolescenza di Simone e quella di Filippo

UN  RINGRAZIAMENTO  GIGANTE  A:  Meg,  Aurelie  Webber,  Andrea  Boschetti,  Marcello  Monastero, Vanessa  Brunacci,  Maria  Aminta,  Studio  Cemento,  Matteo  Migliaccio,  Marina  Guidi,  Christina  Holm,  Matteo  Russo,  Nicola  Mascolo, Arianna  Del  Monaco,  Maximilian  Linz,  Marcello  Pilade,  tutta  la  Cracker

Crew e Camera Nazionale della Moda Italiana per continuare a credere in noi.

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