“Siamo chiamati a custodire e comunicare ogni bene ricevuto per suscitare nuove esperienze di fede; siamo chiamati a provvedere in modo responsabile affinché ognuno possa sentirsi partecipe della storia, ripercorrendone i tratti ed alimentando il desiderio di contribuire e rafforzare la memoria, l’identità, la tensione spirituale dei nostri padri…” Queste le parole dell’ex Vescovo di Caltagirone Sua Eccellenza Vincenzo Manzella per presentare il Museo Diocesano di Caltagirone. Un luogo d’incanto dove le opere, tutte di grande pregio, sono collocate con un’organizzazione impeccabile. Dagli argenti, ai paramenti, alla ceramica, all’arte figurativa fino alla danza ed antichi reperti…un’esperienza imperdibile.

Entrati nel magnifico e austero chiostro del complesso monumentale dei Frati Minori Conventuali, Sede Vescovile dal 1911, si percepisce immediatamente la vocazione del luogo di custodire bellezza e pace. Lo scalone d’ingresso invita a intraprendere un cammino emotivo che si dispiega tra i tessuti pregiati dei paramenti, i ceselli e gli sbalzi degli argenti, la preziosità dei gioielli e delle madreperle, la delicatezza delle maioliche, sino alle tele e alle tavole dipinte con maestria da ignoti o da eccellenti nomi come il fiammingo Vrancke van der Stockt. Le collezioni permanenti narrano di fede e di devozione, tesori un tempo nascosti provenienti dalla Cattedrale e da altre chiese del territorio calatino. Entrando nel cuore del museo, si è pervasi da imprevedibili impulsi emozionali alla vista della “Cappella Neogotica”, un luogo di riflessione che ospita le esposizioni temporanee, volte a incrementare il dialogo tra il passato e il presente attraverso le molteplici espressioni delle varie pratiche artistiche.
Fino a settembre sarà possibile visitare la Mostra “Martirio è luce/ Segni di contrapposizione” del Maestro Massimiliano Ferragina. Un caro amico al quale mi lega un’intesa spirituale unica che espone una treantina di opere e due postazioni per una visita immersiva fatta di luci e specchi.
La curatrice Francesca Bottari : “Il tema generale del martirio, nella sua varietà e complessità, può a prima vista apparire inattuale e ricondurre anch’esso alle iconografie delle origini, dal medioevo all’ambito tridentino, poi esauritesi nell’arte moderna, se si eccettuano alcune singole rappresentazioni legate a circostanze eponime, quali intitolazioni di luoghi o edifici sacri.
Nell’esposizione siciliana, invece, le tante testimonianze di fede e sacrificio sono di nuovo considerate nel loro insieme, e a questo s’aggiunge un vitalissimo aggiornamento concettuale rispetto all’attualità più stringente, in un rimando molto efficace tra storia agiografica e tragedie dei nostri tempi.
Al Museo diocesano il martirio è affrontato, quindi, come profonda riflessione sul passato e sua emanazione nel relativismo del presente, flagellato dall’individualismo e dall’incapacità di dare il giusto peso alla vita altrui e ai valori che hanno fondato la tradizione cristiana e umanistica…”

Molto sincera e sentita la testimonianza di Don Fabio Raimondi (Direttore del Museo Diocesano di Caltagirone che è stato, nella mia breve permanenza in Sicilia, davvero accogliente e disponibile!) di cui vi lascio qualche riga:
“Spesso mi chiedo se io sia in grado di affrontare una testimonianza forte della mia fede al pari di quella che i martiri della storia hanno dimostrato e guardo loro come giganti visionari, di fronte ai quali mi sento davvero piccolo. Immagino così lo scenario che si sia potuto aprire davanti ai loro occhi nel momento della testimonianza estrema e mi rendo conto che cerco fuori qualcosa che invece alberga nel cuore, suscitata dal soffio dello Spirito. Una luce così vivida che palesa, senza tuttavia creare ombre, le contraddizioni di cui è attraversata l’esistenza umana.
Uno dei maggiori segni di opposizione è propio la prospettiva della morte che apre però un varco sulla vita: una chiusura al conosciuto per aprirsi all’ignoto, che spaventa, atterrisce, confonde; si carica di paure con un forte senso di inadeguatezza verso un narrato, che tuttavia rimarrà sempre sconosciuto fino al momento in cui si attraverserà quel portale, che ci introdurrà in un’esperienza inenarrabile.
Ci vuole fede? Sì, ci vuole fede…”
Ringrazio per il cortese invito Massimiliano Ferragina, la segreteria del Museo per la disponibilità, Don Fabio Raimondi per la calorosa accoglienza e la nostra preparatissima guida Ilaria Annaloro grazie alla quale ogni cosa ha avuto la giusta prospettiva,
Museo Diocesano di Caltagirone
Aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
Biglietto intero euro 5,00 ridotto euro 3,00 scuole euro 2,00
Altre info: www.museodiocesanocaltagirone.it

