La voce del bene si sente da lontano all’Ambasciata Slovacca in Italia

Il 3 dicembre 2024 alle h.19,39 e 49 secondi la pittura Naif di Kovacica è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Ieri sera, a poco più di due mesi di distanza presso l’Ambasciata Slovacca in Italia in collaborazione con l’Ambasciata di Serbia, si è festeggiato questo meraviglioso traguardo con una serata di colore, musica e cibo tradizionale che ha incantato i presenti.

Ho sempre amato la pittura Naif: così piena di colore e vita, semplice eppur complessa, vicina alla natura. Ieri sera ho scoperto tanti retroscena di questa arte che ha avvicinato due popoli simili e diversi. A raccontarne la storia numerosi esponenti politici quali la padrona di casa Karla Matiasko Wursterová / Ambasciatrice della Repubblica Slovacca in Italia che nel suo discorso dice:

“La mostra -‘Arte naif degli Slovacchi di Kovacica in Serbia. La voce del bene si sente da lontano- offre un’occasione unica per conoscere le opere delle sue icone immortali, così come dei giovani seguaci dell’arte pittorica naif slovacca.

Gli artisti naif slovacchi di Kovacica sono uniti da un legame naturale e consapevole tra l’uomo e la natura e, vissuto in armonia con i suoi doni, le sue peripezie e tutto ciò che è connesso alla sua vita e l’esistenza. Nella loro percezione esso supera, ormai dal secolo scorso, i confini del paese natale. Il lavoro con il pennello e il dono del talento che non sono stati mai plasmati dagli studi accademici d’arte, si manifestano in un’emotività cristallina e non stilizzata, rivolgendosi con ardore, spontaneità e convinzione.

Non è un caso che l’arte naif slovacca, questo gioiello unico, sia nata in una regione dove il rapporto stretto con le tradizioni si fonde con un potenziale artistico di spessore insieme alla bontà e all’immediatezza proprie della tradizione slovacca. …”

Importanti anche le parole di Juraj Blanár /Ministro degli affari esteri ed europei della Repubblica Slovacca e Presidente della Commissione nazionale slovacca per l’UNESCO:

“Nonostante le sue dimensioni veramente piccole, a Kovacica vive una numerosa comunità dei nostri connazionali slovacchi, i quali si contraddistinguono per il talento e per una creatività imparagonabili.

Grazie alla loro meravigliosa arte, Kovacica ha suscitato l’attenzione e fama nel mondo. L’arte naif degli slovacchi in Serbia è cresciuta da fenomeno locale alla maestria dell’importanza sovranazionale…. Entrare a far parte del patrimonio culturale immateriale è un grande riconoscimento mondiale, tanto più, come nel caso dell’arte naif degli slovacchi, quando si tratta dell’arte di una minoranza nazionale. Lo considero una testimonianza della creatività unica degli slovacchi a Kovacica della Vojvodina, ma soprattutto una celebrazione della profonda amicizia e del nostro comune patrimonio culturale slovacco-serbo.

Il valore dell’arte naif è insostituibile. Viene creata con anima e cuore, catturando una visione del mondo unica, attraverso le emozioni per riscoprire una forma dell’autoespressione nuova. Porta un messaggio anticonvenzionale che, pur nascendo da umili principi, si è guadagnato un meritato posto fermo e di diritto nel patrimonio culturale immateriale.

Superando i confini nazionali è diventato un patrimonio dell’intera umanità da proteggere collettivamente”.  Conclude dicendo: “Ringrazio tutti coloro che si dedicano alla produzione, alla tutela e alla diffusione di questa straordinaria arte per tutte le generazioni nel mondo”.

Molto sentite anche le parole di Mirjana Jeremic / Ambasciatrice della Repubblica di Serbia in Italia che sottolinea : “Essendo anch’io originaria della Vojvodina, mi rende ancora più orgogliosa la recente decisione di inserire la pittura naïf degli slovacchi della Serbia nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, una candidatura fortemente sostenuta dal mio Paese.

Gli straordinari quadri di Kovacica, con i loro colori vivaci, le descrizioni idilliache della vita contadina e dei costumi e le profonde radici nella tradizione, hanno un’impronta poetica unica, intrisa dell’idea di legami profondi tra persone, natura e villaggio.

Oggi in Serbia vive una numerosa comunità slovacca, che da più di duecentosettant’anni coltiva una propria cultura autoctona, alla cui preservazione il mio Paese contribuisce in tutti i campi per la tutela della lingua, delle tradizioni, dell’arte e dell’identità.

Attraverso questa mostra, desideriamo raccontare al pubblico italiano la storia dell’amicizia tra i due popoli, della vicinanza tra le due culture e della volontà di contribuire – anche tramite l’arte – ai nostri solidi e fruttuosi rapporti bilaterali”.

Riferisco anche il contributo di Marko Djuric / Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Serbia che ci rende noto come:

“la pittura naif di Kovacica degli slovacchi in Vojvodina è stata inserita alla Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità dell’UNESCO che si aggiunge ad altre eccellenze quali: la festa di famiglia (2014), kolo – la danza popolare tradizionale (2017), canto accompagnato dalle gusle (2018), ceramica di Zlakusa (2020) e prassi sociali e conoscenze legate alla preparazione e utilizzo della grappa tradizionale di prugna – sijivovica (2022)”.

 E sottolinea come “La diversità caleidoscopica linguistica, delle tradizioni e delle espressioni artistiche che vantiamo in Serbia sono di fatto la nostra ricchezza nazionale, e nella fattispecie è un motivo in più di orgoglio il fatto che la pittura naif di Kovacica si trova sulla Lista dell’UNESCO essendo un monumento unico del suo genere delle relazioni plurisecolari armoniose e di fratellanza serbo-slovacca nel territorio di Vojvodina”.

Quando con il mio caro amico Juraj Blanar, Ministro degli Affari Esteri della Slovacchia, visitai recentemente Backi Petrovac, un altro dei luoghi di Vojvodina in cui gli Slovacchi convivono in armonia e fratellanza con i serbi e altri popoli, avemmo la sensazione di essere a casa nostra, dato che la specificità della cultura che fiorisce in quel territorio da due secoli e mezzo era diventato un elemento in comune delle nostre identità e qualcosa che ci lega in modo inscindibile. La pittura naif di Kovacica è una parte piccola ma importante di quello che collega i nostri due Popoli e le nostre due culture”.

Presente anche Pavel Babka il fondatore della Galleria e Fondazione Babka che mentre scopre il quadro posto su un cavalletto al centro della sala sottolinea:

“Uno dei principali criteri dell’UNESCO è il libero trasferimento di conoscenze e competenze dagli anziani ai giovani. Ecco perché oggi presentiamo questo dipinto congiunto, intitolato LA VOCE DEL BENE SI SENTE DA LONTANO dell’autore Pavel Hajko, uno dei nostri pittori viventi più significativi e di quattro pittori più giovani per ora poco conosciuti: Klara Babka, Vieroslava Svetlik, Marina Petrik ed Eva Hrk. Cari appassionati dell’arte naif di Roma, forse state assistendo alla nascita dei cinque grandi pittori della pittura naif di Kovacica”.

Sono rimasta affascinata dalle artiste in costumi tradizionali che malgrado le differenze linguistiche mi hanno mostrato il loro contributo al quadro e indicati quelli esposti con energia, simpatia e disponibilità. In mostra numerosi quadri di varie dimensioni, piccoli sgabelli e zucche decorate con incredibile maestria.

Prima di passare ad una gustosa cena a base di prodotti locali, tutti molto apprezzati dal Gulash agli gnocchi, al vino e alla birra, siamo stati allietati dalla musica di due musicisti di talento con due particolari strumenti quali la Fujara strumento tipico per la Slovacchia centrale, un flauto di origine pastorale iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dal 2011 suonato da Jurai Hamar che ci ha fatto  conoscere anche la “musica di Terchová” con suo strumento tipico – il flauto da pastore senza fori, cosiddetta “koncovka”

A seguire Aleksa Miletic che suona  da quando ha tredici anni ci propone  la frula, uno strumento musicale aerofono a fiato simile al flauto. È stato suonato tradizionalmente in Serbia, nel tempo libero, nei rituali o come strumento di accompagnamento al “kolo”.

La Mostra è visitabile presso L’Ambasciata della Repubblica Slovacca in Italia fino al 31 marzo 2025 in Via Colli della Farnesina, 144 a Roma su appuntamento.

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