Si è svolta tra il 14 ed il 18 maggio scorso nel centro storico di Bracciano Contemporary Bloom la prima edizione del BAW ovvero BRACCIANO ART WEEK!
Dal sito ufficiale:
La prima edizione di BAW, che si tiene quest’anno in concomitanza con il Giubileo, celebra una rinnovata attenzione culturale all’arte contemporanea con il tema Contemporary Bloom. Bracciano Art Week si propone di trasformare il Centro Storico di Bracciano in uno spazio espositivo e di esperienze diffuse, coinvolgendo i luoghi storici della città in una manifestazione culturale innovativa per divenire un punto di riferimento italiano dell’arte
contemporanea, con il contributo di istituzioni, di professionisti e di artisti italiani ed esteri. Bracciano, posizionata strategicamente nel Centro Italia, è un punto di attrazione naturale per i visitatori di tutto il mondo, in sinergia con l’esistente offerta culturale romana. “Contemporary Bloom” ha presentato installazioni integrate nel tessuto urbano, opere scultoree, visive, multimediali, letterarie, sonore e di sound art. Bracciano Art Week è concepita per essere accessibile e fruibile a diverse tipologie di pubblico.
Io ci sono stata e devo dire che ha rappresentato una fantastica esperienza. Il centro storico merita e tutto è stato organizzato a regola d’arte. Mi è piaciuto quasi tutto. Alcune opere le ho sentire più affini. Si sa l’arte genera emozioni che possono anche essere diverse dal momento, dalle persone i base alla loro storia o alla loro sensibilità.
Vi mostro quelli che secondo me sono stati i pezzi più interessanti:

B.Zarro (Roma, 1955) Opera: Turista per… Casa
A cura di: Matilde De Giovanni e Asia Scotti
Nel cuore di un paesaggio italiano in trasformazione, Turista per… casa si erge come un gesto poetico e meditativo. Bracciano, simbolo silenzioso della rinascita dei territori in campagna durante il secondo Boom Economico, torna a respirare arte, storia e visio ne. Questo intervento site-specific celebra la rivincita della provincia, la sua capacità di parlare al contemporaneo senza rinnegare la propria memoria.
Sul piazzale che guarda il lago, un manichino a grandezza naturale, vestito come una donna degli anni ’60 – epoca in cui l’Italia sognava e costruiva
— fissa il lago con lo sguardo sospeso tra ammirazione e attesa.
È una turista, ma anche una testimone: presenza muta e iconica di un tempo che ritor-na, non come nostalgia, ma come energia latente. Attorno a lei, un cerchio di sedie vuo-te. Su ogni sedia, un fiore. I visitatori sono invitati a prenderli e a sedersi. Il fiore, piccolo dono raccolto, può essere poi portato alla Madonna della Visione, luogo di culto e di
“Annunciazione”, come simbolo di una decisione intima: un inno alla vita, alla bellezza, alla responsabilità dello sguardo.
Luogo: Mura rinascimentali – Bastione della Sentinella
Il bastione della Sentinella è parte del sistema di difesa costruito alla fine del XV secolo insieme al castello Orsini. È possibile che la sua costruzione sia frutto dei consigli dati a Gentil Virginio Orsini, signore di Bracciano e importante condottiero, dall’architetto Francesco di Giorgio Martini, convocato a Bracciano nel 1490. Si tratta, probabilmente, di uno dei primi bastioni angolati costruiti in Italia.
Paolo Frattari (Cerveteri, 1963)
Opera: Confessionale
Legno di abete 2x2x1m
Confessionale è una testa cava con al suo interno una seduta. E una materica presenza che abbraccia il confessore. In questo abbracciare il confessore e il confessato si fondono e il Confessionale diventa un “io” che si scompone. Attraverso piccoli fori posti sulla tempia conscio e subconscio si raccontano in segreto i lati più bui.
Luogo: Chiesa collegiata di Santo Stefano – Duomo
La chiesa originaria, molto più piccola dell’attuale, risale probabilmente al XIII secolo.
L’edificio subi diversi ampliamenti fino a che, tra il tra il 1652 ed il 1671, fu completa mente ricostruito assumendo l’attuale impianto a croce latina. La facciata fu realizzata tra il 1758 ed il 1760. Nel corso dei restauri del 1886 vennero realizzati i dipinti sulle coperture e sulle pareti laterali del presbiterio, opera del pittore Wolfango Conti.
@anita_genca (Montecalvo Irpino, 1981) Opera: Diana
A cura di: Oriana Rizzuto
Anita Genca celebra l’universo femminile attraverso la sua pittura e il mondo onirico dell’illustrazione pop surrealista. Le sue opere esplorano la figura della donna in connessione con la natura e attraverso, la fluidità dell’acqua e la bellezza della fioritura, come allo specchio, le sue eroine si raccontano, e narrano storie di resilienza, crescita e armonia. Ogni opera invita il pubblico a riflettere sul potere vitale delle donne, sottolineando un legame profondo con l’ambiente e l’essenza dell’ esistenza. Un viaggio visivo che celebra l’energia femminile e la sua interazione con il mondo naturale.
Luogo: Complesso di S. Maria Novella – Archivio
Gli spazi dell’archivio storico, posti all’interno di un convento agostiniano edificato nel XV secolo per volontà del cardinale Orsini, ospitavano anticamente le residenze dei frati e la sala capitolare, destinata oggi a sala conferenze. Sulla volta, a ricordo dell’antico convento, è visibile un bell’affresco del XVIII secolo che raffigura Sant’Agostino.

Rossana Borzelli
L’artista Rossana Borzelli (Roma,1956) proviene da una famiglia romana di artigiani e artisti. Ha studiato arte a Napoli e a Roma presso gli studi di Leonardo Aprea e Giovanni Crisostomo. Ha vissuto a Napoli, in Toscana, in Francia, attualmente a nord di Roma dove ha coltivato e coltiva rapporti con vari colleghi, confrontandosi in esperienze collettive. Il suo lavoro è molto variegato, ha trattato fondamentalmente l’universo femminile utilizzando moltissime tecniche su vari supporti. Le esposizioni personali e collettive sono state numerose , in Italia, Europa e Stati Uniti. Attualmente ha aperto una sua galleria al centro di Roma.
Opera SAGOME. RITRATTI
Parlare delle donne nell’Arte significa guardare alle poche straordinarie Artiste divenute famose, ma soprattutto evocare le molte meravigliose presenze creative che si sono avvicendate dietro le quinte della scena collettiva. Significa seguire la dolorosa battaglia di Tutte per essere se stesse ed esprimere i propri talenti in un mondo ancora declinato al maschile. Significa anche parlare del dramma interiore che spesso accompagna l’estrema sensibilità di cui si alimentano le loro doti. La speranza è che tutto questo possa spalancare maggiormente le porte a tutte le Artiste che con forza tentano di entrare.

Massimo Caso (Roma, 1968)
Opera: Acqua, omoforion
A cura di: Francesco Rinaldi
“Acqua Omoforion” in Oriente: veste delle diaconesse e delle vergini consacrate, in Occidente: Veste tipica della madre di Dio e delle sante donne, in Bracciano: e l’acqua che tocca ed abbraccia le sponde di Anguillara Bracciano Trevignano e Vicarello.
Acqua, confine tra vita e morte, è l’elemento primordiale e generativo; l’acqua costituisce la sostanza originaria sopra la quale si libra lo spirito divino. (Genesi 1,2) “Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.” Nell’acqua, sorgente di vita, battezza Giovanni e prima della fine del tutto “mi mostrò il fiume dell’acqua e della vita” (Giovanni apo-calisse) E’ l’acqua sorgente di vita, che ispira l’opera di Massimo Caso, la rappresenta con il colore del cielo, azzurro manto protettivo, è il colore della Dea madre e della glaucopide Atena, è il cielo di Giotto; quellazzurro che si confonde con l’acqua del suo lago nel quale Massimo immerge il suo universo creativo.
Luogo: Complesso di S. Maria Novella – Archivio
Gli spazi dell’archivio storico, posti all’interno di un convento agostiniano edificato nel XV secolo per volontà del cardinale Orsini, ospitavano anticamente le residenze dei frati e la sala capitolare, destinata oggi a sala conferenze. Sulla volta, a ricordo dell’antico convento, è visibile un bell’affresco del XVIII secolo che raffigura Sant’Agostino.
Le opere esposte erano molte di più, ma quelle mostrate hanno avuto in me maggiore risonanza senza togliere nulla alle altre opere e ai meravigliosi artisti presenti! Rimaniamo in trepida attesa della prossima edizione!



