Sorge sulle colline che scendono verso il Tevere proprio ai piedi del Monte Soratte, dista meno di 50 km da Roma e conta circa 2000 anime… questo è ciò che avrebbe detto Google, ma Civitella San Paolo me l’hanno raccontata gli abitanti stessi attraverso la loro esperienza, i ricordi ed il loro grande cuore. Da qui ho cominciato la mia esperienza attraverso i paesi del Lazio che hanno aderito all’iniziativa della Rete delle Dimore Storiche.
Festa della Liberazione, la bandiera che sventola nel vecchio fossato del castello ora memoriale ai caduti delle guerre. Una piazza silenziosa con al centro una allegra fontana, alcune persone sedute ai tavoli del bar che si chiedevano chi fossero quei “forestieri” che si aggiravano nella loro cittadina.
Qualche piccolo disguido iniziale (apertura in ritardo rispetto al programma, la guida designata ammalata…) non sono stati quasi per nulla avvertiti dai turisti provenienti in gran parte da Roma per la visita al Castello Abbaziale del XI Sec grazie all’intervento del Consigliere Pietro Zappaterreno ed il Vice Sindaco Giuseppe Cappetta che si sono adoperati per la perfetta riuscita dell’iniziativa.
Approfitto per ringraziarli della professionalità e disponibilità che ci hanno messo a disposizione e che ci ha permesso di fare un viaggio a ritroso nel tempo attraverso le storie dei personaggi che hanno vissuto tra le pareti del castello, ma hanno condiviso anche cronache di vita quotidiana del passato e del presente.
Ecco quindi che le foto storiche delle feste di San Antonio Abate, dei matrimoni dei residenti e della festa dei Canestri nel salone del primo piano si sposino a meraviglia con i documenti dell’archivio storico recentemente rilegati e protetti. Abbiamo ammirato scritti risalenti al 1600 nella sala consigliare e la cappelletta con altare e dipinti dello stesso periodo alle pareti.
Mozzafiato la vista dall’alto, valeva la pena fare tutti i gradini della stretta scala a chiocciola! Ma Civitella nasconde meraviglie ad ogni vicolo e ti porta allo stupore passo dopo passo. La storia dei Malatesta è ancora nell’aria e molti residenti portano ancora quel cognome e hanno cappelle dedicate al cimitero (visto con i miei occhi), la presenza dei Monaci di San Paolo persino nei gradoni che accedono al Castello infatti sono dello stesso materiale utilizzato per la Basilica di San Paolo fuori le mura.
Al termine della visita anche una gustosa pausa enogastronomica che ormai giunta la tarda mattinata è stata molto gradita. Noi abbiamo anche goduto del pranzo alla locanda sulla piazza con la fantastica vista del Castello in primo piano! Intanto per tutto il pomeriggio si sono succeduti gruppi composti da persone di mezza età, coppiette, ma anche da famiglie con bambini e qualche cagnolino al guinzaglio: tutti entusiasti dell’esperienza.
Personalmente ho voluto godermi Civitella per tutta la giornata e ho scoperto anche che le poche suore rimaste in zona si dedicano alla produzione di dolci e marmellate come una volta. Infine poco prima del tramonto una rappresentazione concerto /teatro sotto le mura del Castello per residenti e turisti; ciò ha permesso a questi ultimi di accomiatarsi dalla cittadina “in musica”.
Tutte le persone che ho incontrato mi hanno raccontato la “loro storia” del paese. Sono persone fiere della loro terra anche se non sempre la vita è stata facile. Una saggezza antica nelle loro parole ed espressioni. Estroversi e riservati, curiosi e gentili. Ho saputo che c’è un gruppo molto giovane ed attivo nella proloco che si sta attivando anche con l’amministrazione per il rilancio della cittadina e se questo articolo può contribuire almeno un po’ a creare curiosità verso questo luogo avrò fatto qualcosa anche io e ne sarò orgogliosa!
Ricordo che l’apertura delle dimore storiche del Lazio è prevista dal 25 al 28 aprile p.v. l’elenco delle strutture aderenti e tutte le info sul sito dedicato e nel mio precedente articolo.