Annamaria Mazzini: quando l’Arte diventa Terapia

Ho conosciuto Annamaria Mazzini a Bracciano durante un evento a favore della Komen Italia organizzato e moderato dalla carissima Michela Testa. Presenti presidenti di Associazioni al femminile, rappresentanti e volontari Komen. Tante donne, tante donne in rosa piene di speranza e di fiducia e pronte a supportare con la loro esperienza le donne che si trovano ad affrontare un problema come il cancro al seno in tutte le sue sfaccettature.

Neo scrittrici che presentano le loro esperienze in LA VITA IN UNA PAGINA ed una pittrice che ha scoperto il valore della Body Art proprio su quei corpi martoriati dalla malattia e dalle terapie.

Una persona positiva piena di energia contagiosa. Parliamo subito e ci scambiamo i recapiti, in pochi minuti riesce a trasmettermi i concetti base del suo lavoro presenta sotto forma di Mostra Fotografica durante l’evento.

In sintesi: “La Body Art , l’arte di dipingere il corpo diventa terapia con i colori che aiutano la psiche a ritrovare il suo equilibrio, calmano il sintomo e accompagnano il processo di guarigione. Dipingere il corpo come fosse una tela, trasformando il cancro in un’opera d’arte”.

Condivido questa fantastica conoscenza con una breve intervista e naturalmente alcune foto della sua arte:

Da quanto tempo dipingi?

Ho iniziato da bambina. Ricordo che a cinque anni avevo dipinto delle banane su di una tavoletta di legno.  La maestra notò subito un’attitudine alla pittura e fortunatamente i miei genitori non mi ostacolarono. Iniziai facendo il Liceo Artistico per poi proseguire con varie accademie e studi di arte pittorica e ornamentale. Ho sviluppato molto il senso della “vista” per aver sofferto in un breve periodo della mia infanzia,  di una lieve forma di sordità. Tendevo ad isolarmi e osservavo con molta attenzione il mondo circostante nutrendo i miei occhi di più colore possibile, cogliendone tutte le sue infinite sfumature. 

Da quando la pittura per te è diventata terapia?

Ricordo quel giorno come fosse ieri. Tornavo finalmente a casa in convalescenza dopo il mio intervento di quadrantectomia per aver avuto un carcinoma alla mammella. Il mio braccio destro era ancora bloccato a causa dell’intervento e lo svuotamento del cavo ascellare. La frenesia di riprendere subito il pennello in mano è stata incontrollabile. Purtroppo con la mano sinistra non avevo affatto nessuna dimestichezza, anzi. Ma quel giorno successe qualcosa di incredibile davanti la tela bianca. sentii da dentro arrivare un’energia che afferrò il pennello lo intinse nel colore giallo ed iniziò a creare un’astratto pieno di vita. Perché così lo intitolai: LA VITA! da quel momento inizia tutta una nuova produzione di quadri sulla tecnica materica, astratta, informale con l’uso della garza. Quel materiale fatto di tessuto che acquistai durante un viaggio negli Stati Uniti, non sapendo allora che uso ne avrei mai potuto fare ma anche in quel momento qualcosa mi spinse a fare quell’acquisto. Riflettendo dopo anni e durante il mio protocollo mi resi conto dell’uso specifico di quel materiale: coprire e proteggere UNA FERITA. Oggi utilizzo quei quadri come supporto quando inizio a dipingere i corpi delle donne operate di tumore al seno, trasformando quella ferita in un’opera d’arte. 

Da quando hai iniziato con la body art?

Ho iniziato qualche anno fa. Mi trovavo con la mia squadra di donne operate di tumore al seno che praticano lo sport del Dragon boat. Avremmo inaugurato una nuova squadra di donne nella provincia di Bergamo. Come capitava spesso dividevamo le camere. Quella sera L. era davanti lo specchio con l’immagine dei suoi seni riflessa, la porta leggermente socchiusa che mi ha permesso di guardare. L. iniziò a piangere e con una mano si coprì il seno che aveva subito l’intervento. Vidi quella lacrima e sentii tutto il suo dolore che in un secondo si trasformò in un meraviglioso dipinto ai miei occhi su quel seno. Il giorno dopo inizia a fare una lunga ricerca su internet e scoprii che non era solo una mia visione ma i corpi si potevano dipingere e si poteva riparare quella cicatrice senza più paura di nasconderla, utilizzando quel mondo fatto di colori con le sue infinite sfumature.

Che riscontro hai tra la gente comune e le donne con tumore?

Emanuela Scanu con Annamaria Mazzini all’incontro La vita in una pagina per la Komen Italia a Bracciano

Per quanto riguarda la gente comune ho notato che tutti rimangono meravigliosamente sorpresi dalle miei creazioni e da tanta bellezza. Sopratutto dall’originalità che talvolta vedono durante le performance dal vivo che eseguo quando organizzo degli eventi per far conoscere la mia Associazione e dare la possibilità di capire meglio di cosa si tratta, anche se per loro è semplicemente una creazione artistica d’impatto e d’effetto. Per me, ovviamente, è molto di più. Quando mi trovo da sola, in intimità con la donna operata di tumore al seno, sento e capisco il suo dolore, anche se è passato. So che posso aiutarla a superare problematiche legate all’immagine di sè dopo l’intervento chirurgico. Ho scoperto dalle loro testimonianza di quanto sia importante portarsi dentro un’esperienza del genere legata ad un massaggio unico ed originale fatto con i pennelli e il colore. Rimane per sempre nella loro memoria. Anche vedersi bella in una foto aiuta la psiche e l’anima a vivere meglio e superare certi blocchi. Accettare un fisico diverso in maniera graduale e a lungo termine porta dei benefici potenti in queste donne. Ho avuto anche signore che si sono addormentate sotto il tocco del mio pennello per quanto fossero rilassate. Ragazze che si sono aperte a ricordare eventi negativi che ancora non avevano buttato fuori. Donne che si sono piaciute ed hanno lavorato sull’autostima, insomma ogni esperienza con la body art therapy può aiutarle.  

Termina con un saluto:
ciao e grazie, spero di averti emozionato….questa è la mia missione. 

Annamaria Mazzini è presidente dell’Associazione culturale Body Art Therapy

Puoi contattarla ai seguenti recapiti:

www.facebook,com/tumorealseno

batamarte68@gmail.com 334 100 50 86

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