Il Museo Ginori si racconta

Chi di noi in casa non ha almeno un pezzo firmato Richard Ginori? Se siete troppo giovani andate a vedere nei cassetti delle mamme o nelle vetrinette delle nonne e ne avrete la conferma. Personalmente ritengo i pezzi di questo marchio sempre molto accattivanti, senza tempo e preziosi. Oggi è stato presentato alla stampa un evento innovativo che dal passato porta verso il futuro ed ora ve lo racconto dalla viva voce dei partecipanti:

Il Museo Ginori di Sesto Fiorentino (Firenze) si è presentato oggi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta al Ministero della Cultura alla presenza del Ministro, Dario Franceschini, del Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del Sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi e del Presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia, Tomaso Montanari.

Nato insieme alla Manifattura di Doccia e all’interno degli edifici destinati alla produzione, il Museo Ginori è stato per quasi trecento anni un museo d’impresa, pensato dal fondatore, il marchese Carlo Ginori, come il contenitore privilegiato della bellezza che la sua fabbrica era in grado di creare.

Il Museo custodisce tre secoli di storia del gusto e del collezionismo, rappresentando un unicum a livello internazionale grazie alla ricchezza e alla continuità storica del suo patrimonio, che racconta la storia artistica, sociale ed economica della più antica manifattura di porcellana ancora attiva in Italia.

un piatto finemente decorato Richard Ginory

La sua collezione è notificata come complesso di eccezionale interesse storico- artistico e archivistico dal 1962. Comprende circa 8000 oggetti in porcellana e maiolica databili dal 1737 al 1990, un’importante raccolta di modelli scultorei in cera, terracotta, gesso e piombo dal XVIII al XX secolo, lastre in metallo incise e pietre litografiche per la stampa dei decori, un archivio di documenti cartacei e disegni (300 dei quali appartenenti al fondo Gio Ponti), una biblioteca storica, una biblioteca specialistica e una fototeca.

“Ho intenzione di proporre le risorse necessarie per completare il Museo Ginori entro la fine della legislatura, dando così certezza del finanziamento per coprire tutti i lavori previsti. Per fare questo sarà molto importante la collaborazione tra i vari livelli istituzionali e la Fondazione. Quella del Museo Ginori è una bella storia che, sono certo, sarà anche di grande successo. Intorno a questa collezione c’è stata una mobilitazione popolare vera e spontanea che ha indotto il Ministero della cultura a varare il recupero dei luoghi per il Museo e alla nascita della Fondazione”, ha dichiarato il Ministro Dario Franceschini.

Il sito internet, da oggi online

Il Museo Ginori è ancora chiuso, ma ha già tante storie da raccontare. Per ascoltarle, da oggi è online il primo nucleo del sito museoginori.org che a breve renderà fruibile a tutti il ricchissimo patrimonio artistico e documentale delle collezioni.

Lanciare un sito a museo chiuso è un’occasione per promuovere un’altra idea di museo, portando in primo piano quello che comunemente rimane nascosto, ovvero il suo essere un centro di ricerca e di produzione culturale e una comunità impegnataa sviluppare un dialogo critico sul passato, sul presente e sul futuro.

Nasce da questa visione l’idea di mettere al centro della landing page temporanea un podcast, che racconta a parole il senso di un museo che al momento non si può vedere, ma è vivo e pronto a condividere conoscenza.

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