Parigi Fashion Week: creatività in ribasso camuffata dalla voglia di stupire

Cosa dico io:

Ho visto le principali sfilate della Parigi Fashion Week in streaming e tutte sono accomunate da un comune dominatore: la mancanza di creatività. Eccessi, inguardabili ed importabili, che fanno impallidire la moda che fu!

Iniziamo dai cappotti : basta un plaid, una trapunta o copriletto ed voilà: les jeux sont faits! Le prove di ciò che affermo sono nelle foto che seguono dove non si assolve nessuno! ma proprio nessuno! In compenso potrebbe essere una moda alla portata di tutti: prendi un vecchio plaid , una cinta ed ecco sei perfettamente a la page!

Lasciando alle spalle i cappotti, che i brividi li fanno venire invece che combatterli, che ne dite della trovata del leone sul vestito proposta da Schiapparelli?

Daniel Roseberry ce l’ha incartata scomodando niente di meno che Dante! Nel comunicato stampa si racconta l’ispirazione dalle tre fiere dantesche che rappresentano nell’ordine: la lonza la lussuria, il leone la superbia e la lupa l’avarizia. Ostacoli alla salvezza per Dante e metafora del dubbio per il direttore creativo della Maison Schiapparelli. Per lui trovarsi di fronte al foglio bianco è un tormento che definisce il “tormento del creativo” e da questo tormento nasce l’organizzazione di tutta la sfilata che ha 3 look per ognuno dei nove gironi dell’Inferno.

Ok a tutto il surrealismo che vuoi, ma qualcun altro ci aveva pensato prima come vi faccio vedere nelle prossime foto. Chi ricorda il film di Eddie Murphy il Principe cerca moglie ed il Re Joffy Joffer, sovrano di Zamunda padre del protagonista? ecco appunto e stendiamo un velo pietoso!

Ringrazio per la scoperta Leonardo Maini Barbieri che con grande umorismo l’ha condivisa!

Ora vediamo cosa è accaduto sulla passerella di Viktor and Rolf : qui abito e corpo si separano in un “dualismo surreale”…..(Definizione di Vogue Italia)

Ho appena visto la sfilata di Valentino “Le Club Couture” Piccioli ha presentato abiti con una visione del party contemporaneo, ma anche qui caro Pier Paolo c’è tanto un ritorno agli anni “80 e non nella sua parte migliore con tanto di pois e fiocchi esagerati!

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