Termina oggi la Mostra “I vestiti dei sogni / La scuola dei costuministi italiani per il cinema” che in un racconto coerente racconta un secolo di storia del costume cinematografico italiano (1915/2015). Molteplici gli abiti esposti a Palazzo Braschi provenienti da singole collezioni. E’ già un’ emozione entrare in questo splendido palazzo ricco di storia, ma attraversare sale e corridoi in cui si ripercorre un vero e proprio viale dei ricordi (cinematografici) è stupefacente.
Ci accolgono proprio all’inizio della mostra Ramona e Jep Gambardella ovvero i protagonisti della Grande Bellezza (2013) di Paolo Sorrentino, per la precisione gli abiti creati da Daniela Ciancio: il mantello blu usato da Sabrina Ferilli nella passeggiate oniriche a Roma e la giacchetta rossa con pochette nel taschino di Toni Servillo.
Nella sala dopo si torna ai primi del novecento con lo scialle indossato da Francesca Bertini in Assunta Spina (1915). Seguono le mantelle realizzate da Caramba / Luigi Sapelli, pioniere del costume cinematografico sarto teatrale e di cinema che realizzò i costumi per i Borgia (1920), Ciranò di Bergerac, gli ultimi giorni di Pompei e tanti altri. Nella stessa sala i costumi realizzati da Vittorio Nino Novarese per Ettore Fieramosca (1938).
Seguono i sontuosi costumi di Gino Carlo Sensani realizzati per la Corona di Ferro (1941) in collaborazione con l’allieva Maria de Matteis alla quale si devono anche i costumi del più recente Guerra e Pace (1956). Osservare quei costumi realizzati per Audrey Hepbur sullo sfondo di alcune scene del film è stato davvero emozionante.
Favolosi gli abiti realizzati per Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963) creati da il più grande erede della scuola Sensani/De Matteis : Piero Tosi. (Non ho resistito a fare una foto vicino ad uno degli abiti indossati da Angelica / Claudia Cardinale).
In un’altra sala gli abiti realizzati da Piero Gherardi per Federico Fellini che collaborò con il grande Maestro per quattro film e in Giulietta degli spiriti (1965) è libero di creare in completa libertà ambientazioni e costumi di tono dichiaratamente espressionista.
Incredibile l’abito indossato da Silvana Mangano / Giocastra in Edipo Re (1967) di Pier Paolo Pasolini realizzato con piume, conchiglie e argento. Di fatto per tutti gli abiti del film non sono state utilizzate stoffe “pronte” ma realizzati con lana, conchiglie ed altri materiali con speciali telai per essere il più aderenti possibile al periodo storico rappresentato come da intuizione di Danilo Donati.
Deliziosa la scena di Amarcord (1973) di Federico Fellini con la Gradisca resa indimenticabile dal cappottino e cappellino rossi realizzati, sempre da Danilo Donati, per Magali Noel.
Ancora lungo l’elenco di film, costumi e attori che ricordiamo in questo meraviglioso percorso: L’età dell’innocenza (1993) di Martin Scorsese con gli abiti di Gabriella Pescucci. E quelli della “Leggenda del pianista dell’oceano” (1998) di Giuseppe Tornatore realizzati da Maurizio Millenotti ed ancora il più recente “Il Giovane Favoloso”(2014) o Il Marchese del Grillo (1981) di Mario Monicelli.
Numerosi i bozzetti, ma anche teche contenenti alcuni oggetti incredibili come i sandali dorati indossati da Elisabeth Taylor nel ruolo di Cleopatra o il Cappello di Willie Wonka!
Affascinanti e con una cura dei dettagli a dir poco meticolosa gli abiti realizzati dal Premio Oscar Milena Caponero per Marie Antoniette di Sofia Coppola di cui vediamo ventagli, guanti, cappellini con piume e cammei ed un paio di ciabattine che portano la firma di Manolo Blahnik.