Da quando ero piccola a casa mia è sempre esistita la tradizione di addobbare rami di olivo o di pesco con le prime gemme in occasione della Pasqua. Nel tempo sono diventata una vera esperta nella decorazione e ogni volta che faccio un viaggio oltre alla classica pallina per l’Albero di Natale cerco un ovetto grazioso per la mia collezione. Il più bello credo sia quello acquistato alla Royal Copenhagen un ricordo davvero meraviglioso e “prezioso” .
Perché si compie questo rito? Innanzitutto è una tradizione nordica che risale al medioevo in cui con l’arrivo della primavera l’addobbo di rami secchi con uova e fiori freschi era segno di rinascita in seguito si è sovrapposta a quella cristiana che vede nella Pasqua la festa della resurrezione di Cristo (morte e resurrezione quindi di rinascita).
Sembra che il primo albero pasquale in epoca moderna si debba a Volker Kraft che nel 1965, per la gioia dei suoi bambini, addobbò un piccolo albero di mele con 18 uova di plastica colorata. Man mano che il melo cresceva, Kraft aggiungeva qualche uova utilizzando le comuni uova da cucina che si divertiva a decorate in casa. Crescendo, i suoi figli ereditarono la stessa passione e oggi l’albero conta oltre 10000 uova! Una curiosità: in tedesco gli alberi pasquali si chiamano Eierbaum che, appunto, significa ‘albero decorato con uova’.
Da subito dopo Carnevale vado alla ricerca del ramo speciale che servirà per dimora alle mie amate uova (e pulcini, coniglietti…) generalmente lo dipingo di bianco e lo inserisco in un bel vaso contenente terra o sabbia ed inizio la decorazione con l’aggiunta di piccoli fiori finti e dopo la Domenica delle Palme anche con un ramoscello di ulivo benedetto.
Negli anni molti dei miei amici hanno intrapreso questa tradizione e invece dell’ uovo di cioccolato ci scambiamo piccoli oggetti per il nostro albero.