Prima, donna. Margaret Bourke-White

Al Museo di Roma in Trastevere, prorogata fino al 30 aprile, una mostra che racconta attraverso le immagini la recente storia statunitense e parallelamente quella di una grandissima donna Margaret Bourke-White: figura tra le più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo. Grande in tutto e dotata di immenso coraggio sia per la scelta di una professione che ai tempi per una donna non era proprio frequente, ed anche per come ha vissuto la sua malattia che l’hanno portata via prematuramente.

Una scoperta interessante e sorprendente: una donna che sa essere di esempio a tante donne anche oggi. Una visione acuta della vita e dei fatti, ma anche una grande ricerca della bellezza nelle sue sfumature. Fantastiche sono le foto scattate in una acciaieria (le trovate nella prima sezione della mostra) in cui ad un elemento così rigido e freddo è riuscita a dare morbidezza e calore in base alla prospettiva da lei proposta.

Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate, fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life; dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale, ai celebri ritratti di Stalin prima e poi di Gandhi (conosciuto durante il reportage sulla nascita della nuova India e ritratto poco prima della sua morte); dal Sud Africa dell’apartheid, all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano.


Oltre 100 immagini, provenienti dall’archivio Life di New York e divise in 11 gruppi tematici che, in una visione cronologica, rintracciano il filo del percorso esistenziale di Margaret Bourke-White e mostrano la sua capacità visionaria e insieme narrativa, in grado di comporre “storie” fotografiche dense e folgoranti.


Sezioni della mostra:

  • prima sezione, L’incanto delle acciaierie, mostra i primi lavori industriali di Margaret;
  • seconda sezione, Conca di polvere, documenta il lavoro sociale realizzato dalla fotografa negli anni della Grande Depressione nel Sud degli USA;
  • terza sezione, LIFE, dedicata alla lunga collaborazione con la leggendaria rivista americana LIFE;
  • quarta sezione, Sguardi sulla Russia, vi è inquadrato il periodo in cui Margaret Bourke-White documentò le fasi del piano quinquennale in Unione Sovietica;
  • quinta sezione, Sul fronte dimenticato: gli anni della guerra, racconta quando per lei fu disegnata la prima divisa militare per una donna corrispondente di guerra;
  • sesta sezione, Nei Campi, vi è testimoniato l’orrore al momento della liberazione del Campo di concentramento di Buchenwald (1945);
  • settima sezione, L’India, raccoglie il lungo reportage compiuto dalla fotografa al momento dell’indipendenza dell’India e della sua separazione con il Pakistan;
  • ottava sezione, Sud Africa, offre una documentazione del grande paese africano durante l’Apartheid;
  • nona sezione, Voci del Sud bianco, vi si trova il lavoro a colori del 1956 dedicato al tema del segregazionismo del Sud degli USA;
  • decima sezione, In alto e a casa, raccoglie alcune tra le più significative immagini aeree realizzate dalla fotografa nel corso della sua vita;
  • undicesima sezione, La mia misteriosa malattia, una serie di immagini che documentano la sua ultima, strenua lotta, quello contro il morbo di Parkinson.

L’esposizione è accompagnata da Storie di fotografe e di immagini: ciclo di incontri e di approfondimenti aperti al pubblico intorno ai temi della fotografia e dell’identità femminile.
*fonte:
http://www.museodiromaintrastevere.it/it/mostra-evento/prima-donna-margaret-bourke-white

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