Seguo Isabelle Allende dal suo esordio e ho tutte le sue pubblicazioni nella versione italiana. Mi ha intrigato con la Casa nella degli spiriti, mi ha fatto piangere in Paula, inorridire in Amore ed Ombra e potrei elencare ancora tante parecchie emozioni legate ai suoi libri. E’ stata sempre una scrittrice che ha attinto alla sua vita, alle vicende familiari, alle sue esperienze per i suoi romanzi e questo li ha resi tutti molto veri. Andando avanti con l’età mi spiace dirlo ha perso un po’ della sua verve e negli ultimi due romanzi parla di amori nella vecchiaia. Lei che di anni ne ha oltre 70 non ha smesso di credere nella passione e nell’amore, ma lo fa con tempi lenti, con immagini goffe che fanno tenerezza.
E’ stato così anche per l’amore sbocciato nell’avventura in “Oltre l’Inverno” che ho letto pochi mesi fa : dubbi , pensieri ed inadeguatezza quasi da liceali prima di arrivare ad esprimere i sentimenti. In questo romanzo invece l’amore è “raccontato” e si riferisce a tanti anni prima rispetto al racconto attuale e fino alla fine si è portati a credere che l’Amante Giapponese della ottantenne protagonista sia ancora in essere.
Nei primi capitoli le storie si intrecciano a tal punto che invece in modo di incuriosire il lettore, finiscono per annoiarlo e far perdere il filo. Solo perché in genere non lascio a metà i libri iniziati ho continuato nella lettura che incredibilmente ha preso quota, ma solo negli ultimi 3 capitoli che ho letto tutti di un fiato. Sì volevo sapere come andava a finire… ma siccome ho già svelato troppo vi lascio alla vostra lettura ed alle vostre conclusioni.